LA STORIA

  • Rosario Torina - Il fondatore

Agli inizi degli anni cinquanta, cinque giovani medici riunirono le loro risorse per fondare una piccola clinica.
Il promotore di questa idea si chiamava Rosario Torina. Il sodalizio tra i cinque era già collaudato perché precedentemente avevano costituito un ambulatorio medico.

Affittato un appartamento in via Mariano Stabile iniziarono la loro attività come casa di cura che chiamarono “Clinica Villa Rosa” dal nome del quartiere in cui si trovava. Negli anni seguenti tre dei soci si ritirarono dall’attività e le loro quote furono rilevate da Rosario Torina, mentre il quinto socio, Luigi Di Martino mantenne la sua quota iniziale. Già a quel tempo, pur se molto giovane, Rosario Torina era aiuto chirurgo all’Ospedale Civico ed aveva avuto la possibilità di farsi conoscere ed apprezzare dal punto di vista professionale ed umano. Per la Clinica Villa Rosa il lavoro non mancava, anzi aumentava rapidamente. Nacque, quindi, l’esigenza di trasferirsi in locali più idonei per dimensione e funzionalità in ragione dell’incremento dell’attività e delle prospettive che si profilavano. Fu allora che il dott. Torina dopo una accurata ricerca acquistò un lotto di terreno dalle sorelle Whitaker, luogo dove ancora oggi si trova la Casa di Cura, al confine dell’omonima villa monumentale e del suo stupendo parco.

Il progetto era ambizioso per l’epoca e per la giovane età del promotore, siamo ancora negli anni cinquanta, e fu realizzato grazie ad un mutuo di dieci milioni di lire erogato dal Banco di Sicilia. La prima costruzione destinata alla cura dei pazienti consisteva in un seminterrato ed un piano rialzato ma ben presto, visti gli eccellenti risultati, reinvestendo i guadagni dell’attività la struttura fu modificata ed ampliata per venire incontro alla più vasta platea di assistiti ed alle mutate e più moderne esigenze terapeutiche.
Infatti, in breve tempo, l’ampliamento strutturale si accompagnò ad un contestuale incremento dei servizi sanitari, tanto che l’originaria clinica chirurgica fu trasformata in una struttura polispecialistica grazie alla pronta capacità organizzativa del fondatore nel coinvolgere e nell’avvalersi delle migliori professionalità mediche al tempo presenti nella città.

Nel frattempo durante il passaggio dalla vecchia Casa di Cura alla nuova il dott. Torina, rilevata la quota dell’ultimo socio rimasto, diventò unico proprietario della clinica. A quei tempi il sistema salute si fondava sull’operato di numerosi enti previdenziali: INAM, ENPAS, EMPDEP, EMPALS, Cassa Artigiani, Coltivatori Diretti etc., le cosiddette casse mutue, deputate a garantire l’assistenza sanitaria ai loro iscritti, con i quali la Casa di Cura era già da allora convenzionata.

Con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (legge 833 del 1978) che ha universalizzato l’assistenza sanitaria, consentendone l’accesso a tutti i cittadini, la Casa di Cura si è integrata nel servizio dell’assistenza pubblica e, avendo operato trasformazioni sia strutturali che organizzative, privilegia una modalità di assistenza di tipo prettamente ospedaliero e ciò con particolare riferimento alla organizzazione dei reparti ed al coordinamento delle professionalità.
Fin dal principio, infatti, la clinica è stata intesa dal fondatore e da chi ne ha proseguito la gestione come un complemento della rete pubblica al servizio dei cittadini ed a vantaggio della collettività.

Tale missione ha sempre prevalso sulla logica d’impresa in perfetta sintonia con l’originaria idea del fondatore che ha impresso caratteristiche di umanità coltivate dal figlio Giuseppe e dal nipote Rosario che oggi gestiscono l’attività. Il dott. Giuseppe Torina, figlio del fondatore, ha dotato già negli anni settanta la struttura sanitaria di un poliambulatorio, a servizio dei ricoverati ed anche a pazienti esterni, cresciuto nel tempo e nelle specializzazioni, nell’ottica di curare i pazienti in modo completo, già precorrendo la moderna concezione di totalità della presa in carico del paziente, ed ove possibile della deospedalizzazione, effettuando le diagnosi e fornendo le cure senza dovere necessariamente ricorrere al ricovero nei casi in cui non sia indispensabile.